#LECCEVERONA: CHI SE L’ASPETTAVA

Che all’esordio si uscisse da San Siro, contro l’Inter, con sotto il braccio una cesta piena di palloni non era una bella prospettiva ma, in fin dei conti, nelle pur tristi proiezioni di pensiero la si poteva anche intravedere.

Ma che dal debutto nel nostro stadio, contro il Verona, si venisse fuori bastonati e con la coda tra le zampe nessuno se lo poteva immaginare.

Le premesse per una prima di gran gala c’erano proprio tutte: il meteo favorevole, la carica dei 25.000, il fortino del Via del Mare tirato a nuovo, perfino il tanto agognato nuovo tabellone luminoso.

Eppure, come tante volte accade anche nelle nostre vicende personali, spesso la realtà è tutt’altra cosa rispetto alla storia che vorremmo. Soprattutto al principio.

Se ci guardiamo indietro, ogni inizio, ogni “impatto” con qualcosa di nuovo, ogni passaggio di vita, è sempre stato uno dei tratti più difficili del percorso intero. Sia in termini di passo che di mentalità.

E così lo è stato anche per il nostro Lecce, che dopo anni trascorsi assiso sui vertici delle classifiche di serie C e serie B, oggi si ritrova, dopo due partite, impietosamente inchiodato all’ultimo posto della serie A, con zero punti e zero gol realizzati.

Oltretutto, allungando lo sguardo verso le prossime partite in calendario, la situazione certo non è delle più facili, ma con umiltà, consapevolezza della situazione, spirito di gruppo, equilibrio e sacrificio di ciascuno ce la possiamo fare.

Perché quando sei al primo posto, sì, sei bravo e stai bene.
Ma solo quando sei capace di star bene anche all’ultimo, solo allora sei veramente un campione.

E solamente allora puoi dire, davvero … il Lecce sono anch’io!

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