Ci son partite che ti danno l’impressione di essere finite prima ancora di iniziare, quando il pronostico sembra non darti scampo e tu te ne convinci. Oppure quando sei proprio tu a non crederci più di tanto e pensi che, tutto sommato, scendere in campo o meno sia solo una semplice, mera formalità.
Ce ne sono altre, invece, che ad un certo punto potrebbero finire lì, proprio in quel momento.
Di tempo da giocare ce n’è tanto ancora, magari si è a fine primo tempo, ma il risultato è già soddisfacente e tu, forse, sei andato oltre più ogni rosea aspettativa. Questo per ora ti basta per sentirti vivo, per poter dire al mondo, e a te stesso soprattutto, di essere tornato.
Infine, ce ne sono altre ancora, quelle interminabili, quelle che giochi per la maggior parte della vita.
Combatti, sudi, difendi, attacchi, difendi. Vai in vantaggio, ti riprendono, vai in vantaggio.
Vedi la fine ma non finisce.
Ecco, Torino – Lecce è stata tutto questo, insieme. Tutte le partite in una sola.
Come nella vita, tutti i nostri sogni e le nostre passioni racchiusi tra la voglia di fare e la paura di non farcela, in mezzo a torti e favori, reali o presunti.
Alla fine, sì, possiamo dirlo, è andata bene. Anzi, alla fine fine, giacché si è arrivati al 100° minuto e passa.
Ma sarà vera fine?
No, #TorinoLecce to be continued!
Perché, dopo ogni parola “fine”, per quanto lunga sia, c’è sempre un mondo ancora tutto da scoprire.
E perché di Lecce, per quanto Leccezionale sia … non ne hai mai abbastanza.