#LECCENAPOLI: UNA QUESTIONE… “RIGOROSA”

Chissà quante volte ci siamo ritrovati trepidanti davanti alla battuta di un calcio di rigore.

Come tifosi, quando la passione calcistica ci ha spinto nel sudore freddo di un nostro caro beniamino, oppure, forse, ancor più spesso, come diretti protagonisti, quando le vicissitudini delle nostre esperienze quotidiane ci hanno proiettato vicino a quel dischetto bianco, disegnato non sul rettangolo verde di uno stadio, ma su quello policromo della giornata.
Estremo difensore o bomber che in quel frangente si sia stato, sul divano di casa, sugli spalti dello stadio o della vita, si è sempre trattato di inquadrare la giusta dimensione spazio-tempo.
Perché, in definitiva, abbiam “solo” dovuto pararla o buttarla dentro, calibrando direzioni, angoli e momenti.
Dunque, una questione coinvolgente, fortemente emozionale.

In Lecce-Napoli, però, non è andata proprio così.
Quando a quasi fine primo tempo di una partita a priori senza storia, pur giocandotela bene, sei comunque già sotto di uno … calcio d’angolo contro. Fermi tutti, conver(var)sione in penalty.
Battuto, parato. Fermi tutti. Applicazione letterale del regolamento. Ribattuto, segnato. Palla a centro campo. Altalena tagliagambe finita.
Sostanzialmente, finita pure la partita.
A nulla è poi val(var)so un altro rigore concesso nel secondo tempo, questa volta al Lecce, ormai abbondantemente giù, se non a confermare che Lecce-Napoli, è stata, sì, purtroppo, una questione … “rigorosa”.

Che dire, quindi … speriamo che la prossima sia più di buon senso e, davver(var)o, tutt’altra cosa!

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