LECCE-SASSUOLO: QUEL RETROGUSTO AMARO

Hai presente quando al solo pensiero di dover pranzare al tuo ristorante preferito ti vien l’acquolina in bocca?
Subito tronfio, ti immagini seduto davanti all’agognato piatto forte della casa. E’ tanto tempo che non lo assaggi. Ti aumenta la salivazione, cominci a deglutire a vuoto. Riesci ad assaporare l’alimento pur masticando solo aria.  Un processo strano, stimolante, un riflesso … “condizionato”.

Lo stesso, identico, con il quale si è arrivati a Lecce-Sassuolo.
Una pietanza prelibata da cinque stelle o, per meglio dire, nel nostro caso, da cinque buoni motivi per non perdersela. Per noi salentini, comunque da tre punti, col gusto già della vittoria.

Un gusto forte, ineguagliabile, tutto suo, non quello agrodolce dei tre pareggi precedenti, conclusi tutti brindando con un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto (leggi 4° motivo per non perdersela).

Effettivamente, questa volta, i primi morsi dell’assaggio sembravano darci giusta ragione. Giallorossi avanti dopo circa un quarto d’ora, ripresi dopo un’altra quindicina di munti, poi ancora in vantaggio con un goal sotto la curva nord allo scader del primo tempo (leggi 5° motivo per non perdersela).

Roba da farsi la bocca per davvero.Percezione, però, presto svanita, ahinoi, al rientro in campo per la seconda parte.

Forse per quel primo, al Via del Mare, inusuale senso di pienezza e sazietà avvertito già nell’intervallo, il nostro Lecce arretra sempre più nella propria area di rigore, fino a servire su un piatto d’argento il pareggio definitivo agli emiliani a una manciata di minuti dalla conclusione.

A nulla valgono gli ultimi disperati tentativi dei nostri beniamini di addentare nuovamente la partita.

Alla fine, nel calcio, come nella “degustazione” quotidiana di ciascuno, le sensazioni finali che ti restano nel tempo sono quelle più importanti, ovvero retrogusto e persistenza.

Di Lecce-Sassuolo, quindi, decisamente ci resta quel retrogusto amaro, quell’amarezza riscontrata a caldo anche dal nostro mister  “di aver buttato per la classifica quattro punti in quattro giorni!”.

Ma ci resta anche quella più latente e persistente fame di vittorie casalinghe.

A proposito di fame, affermava il grande Totò: “Si dice che l’appetito vien mangiando, in realtà viene a star digiuni!”.

Avanti Lecce, dunque, con la speranza che la prossima ci si possa alzare veramente sazi. Perché all’ultima portata, Campionato o Vita, comunque sia, ci sarà servito il conto!

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3 Comments

  • Posted 4 Novembre 2019 11:03 pm 0Likes
    by guybrush

    Restando in tema, sembra quando una gran mangiata viene rovinata completamente da qualcosa di sbagliato alla fine!
    O si è arcigni e concentrati per 100 minuti ogni partita oppure nessuno lascia nulla in questo campionato.
    E la cosa peggiore è che il ristorante che lascia spesso l’amaro in bocca è quello di casa. Forse sarebbe preferibile mangiare sempre in trasferta!

  • Posted 4 Novembre 2019 11:12 pm 0Likes
    by Graziano

    Molto bello il finale dell’articolo… Speriamo che questa fame ci faccia reagire, trovando al più presto i preziosi tre punti che ci sfuggono ormai da troppi turni.

  • Posted 5 Novembre 2019 10:11 pm 0Likes
    by Tommaso Stefanachi

    Io sono sazio di retrogusti amari, ma altrettanto fiducioso nello chef e nelle ricette dei suoi piatti che, spero, non saranno più soltanto belli da “mangiarli con gli occhi”, ma finalmente, squisitamente consistenti da deliziare i palati.

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