LAZIO-LECCE: L’INCERTEZZA DELLA CERTEZZA DELLE REGOLE

Lo abbiamo imparato tutti sin dai primi giochi dell’infanzia.

Una delle cose fondamentali prima di iniziare una qualsiasi attività ludica è quella di comprendere bene quali siano obiettivi, tempi, punteggi e regole, e regole…

È bene dirlo e ripeterlo, giacché il “lavoro” per il raggiungimento del traguardo non può essere sostenuto solamente dalla conoscenza del percorso e dell’avversario, dalla concentrazione, dalla forza di volontà, dall’impegno, dalla tecnica e dalle strategie.

Son proprio loro, le regole, a rendere un gioco divertente, interessante e anche degno di essere giocato. E’ necessario che siano chiare a tutti affinché, alla fine, si possa accettare serenamente il risultato.

Cosa, purtroppo, non accaduta per Lazio-Lecce, una partita “scoppiettante” conclusasi con la vittoria dei padroni di casa per quattro reti a due, nella quale si è “alzata l’intensità”, sì, ma non propriamente nel senso in cui auspicava il nostro mister.

Dopo un aver recuperato il vantaggio dei capitolini una prima volta, infatti, il nostro Lecce c’era riuscito anche la seconda, sia pur con la ribattuta in rete di un rigore prima parato/sbagliato. E, invece, no. Gol annullato per una presunta entrata giallorossa in area di rigore.

Incredibilmente, senza tener conto, invece, dell’evidente invasione biancoceleste, il penalty non è stato nemmeno ripetuto, per una interpretazione arbitraria del regolamento.

Non è necessario esser dottore della legge per sapere che la certezza delle regole è solo una chimera.

Per quanto una normativa possa esser scritta bene e chiaramente ci sarà sempre un certo margine di interpretazione e, per conseguenza, di incertezza.

Lo diceva pure Benjamin Franklin, “non c’è nulla di certo in questo mondo, tranne la morte e le tasse”. Figuriamoci una norma. Ma di incertezza, si tratta, non di discrezionalità.

Il regolamento va applicato. Al termine, lo ha ribadito palesemente anche il nostro Presidente .

Spesso, invece, nel calcio come nella vita, esistono le regole del gioco e chi, viceversa, gioca con le regole.

Così, in una decina minuti appena, si è passati dal rigore del possibile due a due a quello, opinabilissimo, del tre a uno. In pratica, un’altra questione “rigorosa” chiusa, sia pur condita, poi, da due ulteriori marcature, una per parte, e da un palo in extremis dei giallorossi, a testimonianza di una buona prova apprezzata anche dai quasi quattromila supporters salentini presenti sugli spalti dell’Olimpico, sempre indomiti e appassionati, nonostante tutto.

E’ da qui, anzi, è da loro che, dopo la sosta del campionato, vogliamo ripartire fiduciosi.

Perché se è vero che “l’apprendimento delle regole non è fine a se stesso, ma in funzione di una nuova partita da giocare“ (Fabrice Hadjadj), è altrettanto vero che la loro applicazione è in funzione del rispetto delle persone e del cuore (e non solo) che ci mettono per tifare.

What's your reaction?

1 Comment

  • Posted 13 Novembre 2019 5:21 pm 0Likes
    by Tommaso Stefanachi

    Per fortuna che in casa Lecce la signorilità non è soltanto una prassi, ma è la regola. Ed essa stessa ci salverà dalla “rigorosità” irregolare!

Leave a comment

Minimum 4 characters