LECCE-GENOA: GIRO GIRO TONDO …

Sì, proprio un girotondo è stato Lecce-Genoa.

Nel vero senso della parola, o meglio, della filastrocca. Quella che “fa gruppo”, che tutti, di generazione in generazione, abbiam sicuramente canticchiato e condiviso da bambini giocando nel cortile e che ieri, invece, ci siam ritrovati a rivivere nel nostro “Via del Mare”.

Un girare in tondo, vorticoso, prima in un senso e poi nell’altro, di tutto ciò che poteva sottoporsi a moto rotatorio. Emozioni, realizzazioni, sostituzioni, ammonizioni, espulsioni, palloni e, chi più ne ha, più ne metta.

Pronti, partenza, via e inizia il tagadà, progressivamente, sempre più in marcata direzione rossoblu. “Casca il mondo”, per una marcatura su fuorigioco passivattivo, “casca la terra”, per la trasformazione di un rocambolesco penalty da, invece, far ripetere e, allo scoccar della fine del primo tempo … “giallorossi tutti giù per terra.”

Roba da non crederci. Esattamente come l’ultima gara casalinga disputata contro il Cagliari, ci ritroviamo sotto di due gol a zero. Tuttavia, questa volta a che gioco giochiamo  lo sappiamo bene. Si gioca a giro girotondo.

Difatti, altro tempo, il secondo, altro verso rotatorio. Un paio di avvicendamenti e a girare sono i nostri, meno male. Un paio di cadute a terra dei liguri e, in una decina di minuti appena, il pareggio è cosa fatta. Anzi, cosa patta.

Perché, nonostante la nostra doppia superiorità numerica, la partita, “di giro”, è il caso di dirlo, finisce qui, dopo, incredibilmente (a conferma della “questione arbitri”), soltanto tre minuti di recupero.

“Sembra che mi stia spostando, ma sono immobile da un po’” cantava De Gregori, traducendo Bob Dylan e, profeticamente, interpretando anche la sensazione da capogiro provata da ciascun leccese al termine del folle, vibrante, carosello Lecce-Genoa.

Resta l’ormai solito, purtroppo, retrogusto amaro del due a due interno, insieme al dispiacere. Uno per tutti quello del nostro Mister, per un’altra mancata vittoria tra le mura amiche.   A cuore freddo, però, guardando bene la classifica, non è che si sia stati completamente immobili. Un punto è sempre meglio che niente e, poi, contro una diretta concorrente, in chiave salvezza, vale decisamente doppio. Verona docet . O, per rimanere in tema canzoniere, Edoardo Bennato docet, con la sua ballata rock che davvero sembra composta su misura per il nostro Lecce …

“Giro girotondo questa è l’ultima chiamata, ci vogliamo finalmente dare tutti una bella regolata, ah ah … e a questa folle velocità forse soltanto un girotondo ci salverà …”

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2 Comments

  • Posted 10 Dicembre 2019 7:59 am 0Likes
    by Tommaso Stefanachi

    Dobbiamo ripartire da questa ennesima dimostrazione d’orgoglio per costruire in casa la via del sogno oltre l’arcobaleno, perché quando non più la testa e il girotondo, ma sarà la ruota a girare dalla nostra, ci purificheremo dai retrogusti amari e godremo, finalmente, di uno squisito “dulcis in fundo” di massima serie. Forza ragazzi!

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