LECCE-INTER: 5 BUONI MOTIVI PER NON PERDERSELA

Lecce-Inter, si volta pagina, inizia il girone di ritorno, inizia la volata salvezza. Ecco i 5 buoni motivi per non perdersi Lecce-Inter.

1. LE STATISTICHE DI LECCE-INTER

Le statistiche di Lecce-Inter ci dicono che sarà una gara quasi impossibile, ma soprattutto che contro Antonio conte il Lecce non ha praticamente mai vinto in Serie A. La sola speranza è che negli ultimi anni l’Inter a Lecce ha faticato tanto, ma si sa che prima di questa stagione il Via del Mare era il luogo in cui il Lecce trovava le energie in più per salvarsi a fine anno e compiere imprese epiche.

2. CI CANGIA DEFRISCA

Da domani si volta pagina. Chiuso il girone d’andata e fuori dalla zona retrocessione più per demeriti altrui che per meriti nostri, il Lecce ha bisogno di un cambio di marcia. Qualcosa si è rotto nelle ultime 4-5 gare e abbiamo assistito a due cessioni impensabili qualche settimana fa: La Mantia e Tabanelli. Le loro dichiarazioni hanno fatto capire che, senza entrare nel merito delle responsabilità, l’idillio che ci ha portato in A si stava pian piano logorando (a più livelli). È arrivato quindi il momento di cambiare, di puntare su nuovi uomini e nuove sfide. Liverani lascia la leadership dei senatori, amatissimi tra i salentini e si affida a quella dei nuovi, uno su tutti potrebbe essere Gianluca Lapadula. I due Andrea si lanciano in nuove sfide professionali in due big della Serie B, Empoli e Frosinone.

Insomma c’è aria di cambiamento e si sa, ci cangia (comunque) deferisca.

3. DIE HARD

Uno dei cambiamenti nell’aria è l’abbandono, almeno parziale del fioretto.  I tre moschettieri leccesi (Liverani, Meluso, Sticchi) si trovano come non mai distanti nell’ideale di Lecce da mettere in campo.

Complice la latitanza del bel gioco, da Lecce-Inter in poi, il presidente Sticchi Damiani, seppur in maniera pacata, ha lanciato un messaggio chiave. “Difenderla a tutti i costi”. Il numero uno giallorosso vuole vedere più grinta, più muscoli, meno D’artagnan e più Bruce Willis in campo.

Il buon Saverio cerca una sorta di inception indirizzata alla mente di Mister Liverani. Un’idea da impiantare pian piano e senza strappi nel subconscio dell’allenatore giallorosso, che porti ad un Lecce più aggressivo, più sporco e che non porti ad ulteriori insofferenze dello stesso: posare la spada e tirare fuori le armi pesanti.

4. CONFERME, RITORNI, SORPRESE

Partita chiave anche dal punto di vista dei singoli. Molti alla ricerca di conferme. In primis Donati. Il ragazzo è sembrato prontissimo già dalla prima gara disputata e si è confermato in Parma-Lecce. Due indizi li abbiamo, adesso si aspetta il terzo per farne una prova.

Cercano conferme anche Babacar e Deiola, sebbene per motivi diversi. L’attaccante, che ha vinto definitivamente il ballottaggio con La Mantia, cerca la scintilla per essere amato dai tifosi (con l’allenatore sono già tutti cuoricini) e concretizzare l’impegno messo in campo. Deiola, invece, autore tutto sommato di una buona gara a Parma, dovrà dimostrare qualcosa in più e soprattutto di essere già al 100% negli schemi di Liverani.

Torna Majer e siamo tutti curiosi di vederlo in campo e di capire se presto sarà titolare o se sarà un rincalzo. Contro l’Inter resterà in panca, ma dopo? L’idea dei tifosi è quella di un avvicendamento con Tachtsidis, spostando Petriccione in cabina di regia. È quello che succederà oppure si giocherà l’unico posto disponibile a centrocampo con Deiola (e Acquah)?

Tra le tante sorprese possibili, invece, la più probabile è una reazione proprio del greco tanto amato da Liverani. Le critiche in settimana sono state pesantissime e potrebbero aver spronato il cervello del centrocampo giallorosso a dimostrare le sue vere qualità.

5. NON ABBIAMO MAI VINTO IN CASA, MA…

Attenzione, noi non siamo tra quelli che odiano visceralmente  Antonio Conte.

Non ne facciamo una malattia, semplicemente non lo riteniamo un supporter del Lecce e del Salento in generale, ci è completamente indifferente. Ammettiamo pero’ che le varie esultanze nelle gare contro il Lecce non ce le siamo dimenticate e dunque sarebbe bello vincere ed esultare come se non ci fosse un domani. Proprio come ci ha insegnato lui, non curandosi del passato, dimenticandosi che l’avversario sia in qualche modo legato al nostro territorio. Non abbiamo vinto in casa, ma quanto sarebbe bello vincere proprio questa?

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