LECCE-BRESCIA: L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DEL NON ESSERE

Ci sono concetti tanto elementari quanto fondamentalmente opposti che ci portiamo dentro. Luce-buio, spesso-sottile, leggerezza-pesantezza, essere-non essere, vuoto-pieno e così via. Ci siamo capiti, non c’è bisogno di elencarli tutti, li conosciamo bene.

Già nel sesto secolo avanti Cristo, il filosofo greco Parmenide vedeva l’intero universo diviso in coppie di opposizioni. Opposizioni che ci caratterizzano. E allo stesso tempo ci destabilizzano. Facciamo fatica ad allinearle. Forse, in realtà, non lo vogliamo neppure veramente. Perché ci scuotono, ci interpellano e, per certi versi, ci rivelano.

Tuttavia, prima o poi ci tocca.  Ci tocca

“fare i cinici”

che, come scriveva Pirandello,

è pure un modo di dare leggerezza alla vita quando comincia a pesare”.

Ci tocca sederci (magari in panchina, con quaderno a righi e penna multicolor) e provare a rispondere senza rimandare. Legandole insieme, piuttosto che lasciarle nella confusion fest  del nostro cielo e scoprire, a cosa fatta, che più di tutto pesa quel che non c’è o, peggio, quel che non siamo.

A cosa fatta, sì. Vale a dire per noi, cuori leccesi, a Lecce-Brescia fatta. Gara del turno infrasettimanale valido per la terza gara di ritorno del Campionato di Serie B. Al Via del Mare, primo tempo a reti bianche. A parte un gol annullato a freddo ai giallorossi, per offside, una sola vera occasione per parte, con sostanziale prevalenza delle rondinelle. Ripresa, invece, a coppie di opposizioni, persino in termini di quarti d’ora.

La prima coppia di gol, quella salentina, nel quarto d’ora iniziale. Sotto porta, un cucchiaino prima, un’inzuccata poi e per il Lecce è vantaggio doppio. La seconda, ahinoi, lombarda, nel quarto d’ora finale. Un tap-in-fuorigioco“colossale”,  tuona il presidente – un colpo di testa al terzo dei quattro minuti di recupero e Lecce-Brescia termina col risultato di due a due.  Addirittura il sesto della stagione, per i nostri.

Un’altra delusione, pesante, frutto di gioco a sprazzi brillante alternati a pause mediocri, che ci lascia tanta amarezza. E, se da un lato è vero, nel calcio come nella vita, che “anche attraverso le delusioniparola di mister Corini –  si trova energia”, dall’altro è pur vero che di delusione in delusione si perde l’essere sé stessi.

Perciò, caro Lecce nostro, prima che sia troppo tardi,

parliamone

cantava Venditti –

parliamone, perché tu, tu non ci sei più. Non senti gli amici (tifosi) che pensano a te?”

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2 Comments

  • Posted 12 Febbraio 2021 8:00 pm 0Likes
    by sangel

    Per fare i cinici e, allo stesso tempo, essere leggeri: play-out o play-off?

  • Posted 15 Febbraio 2021 1:05 am 0Likes
    by Linda

    Buio e luce cantava Ermal Meta. Purtroppo però quando è buio è buio e il rischio è quello di abbattersi e non venire fuori dal “confusion fest”. Perché la luce è un attimo e quando comincia il buio sembra non finire mai? Come quando stai sveglio di notte e non arriva mai l’alba! Forza Lecce che la luce mattutina comunque deve arrivare!

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