“La durezza di questi tempi
non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori.”
Di questi tempi duri, sì. Tipo quelli, per noi cuori leccesi, di Monza-Lecce. Partitissima con in palio la piazza d’onore alle spalle della capolista Empoli, virtualmente già promossa. Valevole per la trentaseiesima giornata, terz’ultimo appuntamento di Serie B. Tra due squadre che vi arrivano con inerzie di moto diametralmente opposte, ahinoi.
Davvero tempi duri, sul palcoscenico dell’“U-Power Stadium”.
Particolarmente il primo, che pure inizia col Lecce che cerca di proporsi. Ma i minuti scorrono sostanzialmente in equilibrio, con solo qualche scaramuccia, senza particolari grossi scossoni. Almeno fino a cinque minuti dalla fine di frazione. Calcio di punizione dalla distanza per i padroni di casa, ancora un tiro della domenica, pur se questa volta di martedì, a giro, imparabile e biancorossi in vantaggio.
Negli spogliatoi si va così, col cuore giallorosso che inizia a percepire il golpe.
Al ritorno in campo per il secondo tempo, sono i lombardi, dopo soli sette minuti, ad avere l’occasione per il definitivo colpo di mano, pardon di cuore. Il tiro da dentro l’area, davanti alla porta spalancata, termina alto sopra la traversa. Lo scampato pericolo scuote i giallorossi che, grazie anche a qualche innesto dalla panchina, si riversano in attacco. Purtroppo, però, niente da fare. Una deviazione vincente mancata da pochi passi, un rigore cosiddetto in movimento parato dal portiere, addirittura un clamoroso palo sugli sviluppi di un calcio d’angolo e altri vani tentativi. L’assedio salentino a pieno organico non sortisce alcun effetto.
AI triplice fischio arbitrale, Monza-Lecce va in archivio col risultato di uno a zero per i brianzoli. E con i nostri, che incassando la seconda sconfitta consecutiva, terza nelle ultima quattro gare, scendono dal secondo al quarto posto in graduatoria.
Una sconfitta per la quale c’è grande rammarico, che rischia di farci perdere anche la testa, lasciando a comandare solo il cuore. Cosicché, non dovesse fuggire pure lui, finirebbe per farlo solo per rancore, col rischio di produrre ancora più dolore.
Per questo, nel calcio come nella vita, prima di lasciar comandare il cuore dobbiamo averci guardato dentro. Come il grande Vasco, che
“ho guardato dentro un’emozione
– canta –
e c’ho visto dentro tanto amore, che ho capito perché non si comanda al cuore E va bene così!”
E va bene cosi, caro Lecce nostro, sì, comunque “noi di certo vogliamo chiudere bene una stagione regolare già bellissima oltre le aspettative, continuando a guardare al di là dell’orizzonte.” Parola di Presidente SSD .
2 Comments
by Graziano
Certo, molto rammarico… Però non dobbiamo perdere la testa per affrontare al meglio gli ultimi turni e poi giocarcela sino alla fine!
by Lucia77
Mi viene in mente una frase di Rodari: “In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio.”
Frase azzeccatissima, nel calcio… come nella vita, oggi più che mai!