CREMONESE-LECCE: UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO

Prima di andare a ritroso, col cuore e col pensiero, a Cremonese-Lecce, prima partita della 90° edizione del Campionato di serie B, targata nuovo Mister Marco Baroni, proviamo a fermarci per un attimo. Pensiamo a delle questioni personali.

Le prime a venirci in mente, probabilmente saranno delle questioni di principio.

Non per nulla, d’altronde, sono di principio, appunto. Di inizio. Nel senso più stretto del termine, i princìpi, sono alla base della nostra essenza e la nostra essenza è fatta di princìpi e di cominciamenti .

“L’inizio è sempre oggi”

scriveva la saggista e filosofa britannica Mary Shelley.

Oltretutto, pur essendo di principio, paradossalmente, sono le ultime questioni che molliamo. Come fossero l’unico scoglio in mezzo al mare. In un vortice, vuoi di beata speranza, vuoi di malsano orgoglio, ci restiamo aggrappati per evitare di affogare. E ognuno di noi, di questi mari chissà quanti ne potrebbe raccontare.

Ma torniamo, ora, a Cremonese-Lecce, allo “Zini” di Cremona. Per un verso o per un altro, dunque, la si poteva immaginare “una questione di principio”. Certo, non, però, così come poi di fatto è stato, purtroppo. Per noi, cuori leccesi, è sembrato più che altro il principio della fine, vista la batosta.

Eppure, tutto sommato, un bel primo tempo. Godibile, equilibrato, con numerosi capovolgimenti di fronte. Uno dei quali, al ventesimo, anche finalizzato dai giallorossi, sugli sviluppi di un calcio dalla bandierina, seppur con una rete annullata. Millimetrico l’offside, prima per l’arbitro, poi, dopo brividi di suspense, anche per il VAR. Cinque minuti di recupero per un fiducioso intervallo negli spogliatoi, ancora fermi sull’iniziale parità.

Alla ripresa, invece, il Lecce che non t’aspetti. “Principiante” a dir poco. Cancellato dai padroni di casa in appena venti minuti. Una prima sgommata su respinta corta della difesa. Un gran destro dal limite dell’area che si insacca per lo sbocco del risultato. Poi, due strisciate a seguire, in veloce sequenza, su altrettante micidiali ripartenze. Un pallonetto defilatissimo a giro sul palo più lontano – riprendendo la clamorosa respinta di quello più vicino –  e, a distanza di cinque minuti, un piattone destro sotto porta per chiudere definitivamente i conti.

Cremonese-Lecce termina così, con un secco tre a zero per i grigiorossi. Una sconfitta pesante per un principio da incubo, ma con l’auspicio del Mister “che ci serva da sveglia”.

E ora lo speriamo davvero. Perché, nel calcio come nella vita, dovrebbe sempre essere una questione di principio e di principi. Non stancarsi mai di “principiare” ogni volta da ogni partita, come ogni giorno da ogni mattina. Non importa quanto dolorosa sia stata la precedente sconfitta o quanto lunga sia stata la precedente nottata. L’importante è essere svegli. E avere dei sani principi: amore e sudore, rispetto e sacrifici.

Certo, come canta Ghemon

“per certe cose è d’obbligo il condizionale. Ma dal futuro voglio la felicità, non un render tridimensionale – come quello di una tripletta al passivo – Potrei appoggiare chi poi mi dirà che mi devo ridimensionare o farmi sottovalutare. Potrei evitare ogni istinto chiaro e distinto. Potrei farlo però non devo (no no non) No no non devo” …

E allora, si, si, sempre e comunque Forza Lecce, è sempre … “una questione di principio”!

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