LECCE-ALESSANDRIA: UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA

Non basta non stancarsi mai di “principiare”. Non basta scegliere il giusto paio di scarpe. Non basta provare a imboccare la giusta direzione. Non basta. Occorre essere vivi. Occorre

“vivere, non vivacchiare”

affermava con vigore il beato Piergiorgio Frassati.

E quando sei a due passi dal fondo e, per di più, incontri uno che sul fondo ci è già steso completamente, questa verità la comprendi ancora meglio. Che, prima di tutto, è una questione di sopravvivenza.

Precisamente la questione di Lecce-Alessandria, match tra i nostri beniamini e i neopromossi piemontesi. I primi, protagonisti di un avvio di torneo alquanto sotto tono, per usare un eufemismo, senza vittorie da sette gare consecutive in campionato, comprese quelle dell’anno scorso – serie più lunga dal ’95 – e con nello zainetto solo due punti e un gol segnato, tra l’altro su rigore. I secondi, fanalini di coda della classifica, mestamente a quota zero.

Certo, ancora la quarta gara del Campionato di Serie B, ci si potrebbe consolare, noi cuori leccesi, ce ne sono tante altre da giocare. Ma, nel calcio come nella vita, si sa, più passa il tempo in condizioni estreme, più occasioni sprechi e più difficile è restare vivi. E

“la vita

sosteneva Mike Tyson

non è un gioco. È sopravvivenza.”

Sembra averlo capito tosto il Lecce, che al dodicesimo è già in vantaggio sugli sviluppi del primo calcio d’angolo. Traiettoria tracciata col compasso, stacco sontuoso e colpo di testa, vincente. Sembra, appunto, averlo capito. La gioia sugli spalti del Via del Mare, ardenti per il gran caldo, dura poco. Appena tre di giri di lancette d’orologio, comunque uno in più di quella contro il Como. Ingenuità difensiva leccese, palla agli avversari e micidiale diagonale incrociato, da destra a sinistra, che non perdona. Parità ristabilita. Il gioco procede a sprazzi, spesso confusionario e affidato a lanci lunghi da entrambe le parti. Il duplice fischio manda tutti sotto una doccia rinfrescante e, si spera, rigenerante. Anche per le idee e per le emozioni.

E’ nel secondo tempo, infatti, che succede tutto. Dopo aver sbattuto subito sulla traversa, su focosa mischia in area alessandrina, ai giallorossi succede perfino di andare sotto, dopo una decina di minuti.  Affondo dei grigi, cross in area e colpo di testa-spalla addirittura del sorpasso. Lecce sotto la linea dell’oblio. Ci resta boccheggiando fino ai cambi della ri-scossa, sia di attaccanti, che di modulo, che di spirito, soprattutto. L’Alessandria rimane prima in dieci per un doppio cartellino giallo e poi subisce il pareggio a tre minuti dal novantesimo. Il piattone destro salentino-madrinista di prima intenzione, forte e preciso dal limite dell’area, si insacca chirurgicamente all’angolino. Ma non è finita. I giallorossi ci credono sino alla fine  e proprio sull’ultimo soffio di vita della partita, al sesto dei cinque (!) minuti di recupero compiono lo scatto decisivo. Quello che li mantiene in vita. Calcio di punizione dalla sinistra. Palla direttamente in area. Rimpallo fortunato braccio-corpo e conclusione ravvicinata in porta, a colpo sicuro. Ma non è finita. Controllo Var. Suspense. E’ gol, ora, sì, è finita!

Lecce-Alessandria si conclude sul tre a due, con la prima agognata vittoria per i nostri!

Però, quanta sofferenza. Alla fine, questa volta è andata bene, ma resta sempre una questione … di sopravvivenza!

E allora Hey Lecce,

Hey survivor

cantava Mike Francis

don’t matter who you are, time ran so far away, and you must save your life. We know you can do it, we know you can do it, we know you can do it!” – (Hey sopravvissuto, non importa chi sei, è tempo di correre lontano e devi salvare la tua vita. Sappiamo che puoi farlo, sappiamo che puoi farlo, sappiamo che puoi farlo)

Dunque, sempre e comunque Forza Lecce … devi salvare la tua vita – e la nostra (!) – sappiamo che puoi farlo!

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2 Comments

  • Posted 21 Settembre 2021 10:30 am 0Likes
    by Linda

    E’ vero! Bisognerebbe nella vita poter sempre scegliere la giusta direzione che ci faccia andare dritti alla meta e ci faccia “vivere e non vivacchiare” , ma a volte ci sono scelte che se farai, sai già che ti pentirai e se non farai, sai già che rimpiangerai. Hey survivor! Sopravvivere, a volte, è il giusto compromesso.

  • Posted 21 Settembre 2021 6:07 pm 0Likes
    by sangel

    “E’ questione di sopravvivenza”, canta Gino Paoli “vivere con te o stare senza te” e ancora “tu chiamale, se vuoi, emozioni”, cantava Lucio Battisti. Riassumendo: io sto con il Lecce che mi fa sempre emozionare!

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