CROTONE-LECCE: UNA QUESTIONE DI AUTOSTIMA

Li abbiamo attraversati tutti, a tutte le età, quei periodi non particolarmente brillanti, diciamo così. Condizionati in prima battuta dai risultati che (non) raggiungi. Quindi dai tuoi giudizi interiori o, ancora peggio, dai giudizi degli altri. Sono momenti delicati in cui ti senti forse inadeguato, certamente scoraggiato. Disallineato. Tra come ti vedi e come ti vorresti. Tra ciò che vorresti e ciò che, invece, riesci a fare.

Così è come un po’ morire dentro. Quasi quasi eviti di metterti in gioco. Se proprio costretto, lo fai senza mordente. Poi ecco che, spesso all’improvviso, riesci a cogliere quel qualcosa (o la presenza di quel Qualcuno) che ti aiuta a capire di avere gli strumenti giusti per sopravvivere per ricongiungerti con te stesso e convincerti del tuo valore.

“Se non si è convinti del proprio valore

– afferma il sociologo saggista Paolo Crepet

non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani.” E, infatti, proprio questo è il punto.

Anzi, più specificatamente, la questione: l’autostima. L’avrete riconosciuta. La stessa di Crotone-Lecce, gara infrasettimanale in notturna, quinta del Campionato di Serie B: una questione di autostima.

Entrambe le compagini fluttuanti in non consuete, per loro, pericolose zone di classifica, ma entrambe provenienti da rocambolesche, entusiasmanti, rimonte nel turno precedente.  Una eccezionale dose di autostima, giustappunto, che però, buon per noi cuori leccesi, fa effetto solo per i giallorossi.

Allo “Scida”, pronti via e al quarto minuto, al primo affondo, già passano in vantaggio. Spettacolare, fulminea, ripartenza. Taglio di campo da destra a sinistra e fin quasi la linea di fondo, colpo di sinistro vellutato e palla delicatamente all’angolino. La reazione dei padroni di casa è tutta in un calcio dal limite schiaffeggiato dal portierone salentino. Il Lecce controlla con tranquillità e poco dopo il ventesimo raddoppia. Rimessa laterale dalla destra d’attacco, libera percussione profonda in area, assist al bacio e appoggio in rete, a porta vuota. Gli squali provano a rientrare in gioco. Il tiro molto teso, però, sfiora il palo e anziché riaprire il risultato, di fatto, chiude il primo tempo.

In avvio di ripresa la musica non cambia. Nonostante le sostituzioni, il Crotone spinge volenterosamente, ma senza incidere. Viceversa, il Lecce è micidiale nei capovolgimenti di fronte. Prima, al sessantesimo, spreca clamorosamente quello che sarebbe valso la tripletta personale. Poi, nove minuti più tardi, realizza con cinismo. Da corner a favore dei rossoblù, rilancio lungo in profondità, duello vincente a centrocampo. Vincente è pure l’involata finale conclusa con un diagonale in fondo al sacco. Partita virtualmente chiusa con venti minuti d’anticipo. Salvo la passerella di cambi successivi. Il triplice fischio arbitrale dopo tre minuti di recupero la chiude definitivamente anche per gli archivi.

Crotone-Lecce termina col punteggio di zero a tre per i nostri. Ovvero, tradotto in soldoni: seconda vittoria consecutiva, secondo tris di gol consecutivo, porta inviolata e posizione in classifica che comincia ad esser consona. Ma “non abbiamo fatto niente ancora e bisogna crescere – riconosce giustamente mister Baroni nel post match – … abbiamo giocatori che sono arrivati da poco, c’è tanto da fare e ciò ci dà motivazione. I risultati servono a dare spessore al lavoro da fare durante la settimana. Siamo gratificati e abbiamo più autostima”.

E non è comunque poco, se è vero, come è vero, che

“chi stima se stesso

scriveva il poeta statunitense Henry Wadsworth Longfellow

è al sicuro dagli altri; indossa una corazza che nessuno può penetrare.

E allora, sempre e comunque Forza Lecce! Perché, nel calcio come nella vita, è sempre … una questione di autostima. Quella sana. Quella che è il “motore” di ogni nostra azione. Con il pieno di altrettanta sana autocritica, come carburante, ci spinge dritto dritto verso l’obiettivo.

E

“l’autostima di questa mattina prima è arrivata dalla notte che lasci dietro. E non ti abbandona. Una musica che funziona”,

canta ICS, il rapper bolognese di X Factor. Sperando che la prossima a Cittadella sia invece un altro due. Un due fisso.   

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