Ascoli-lecce: una questione di ritmo

A volte, veloce e mozzafiato. Altre volte, regolare e cadenzato. Altre ancora, fiacco e trascinato. Un movimento misurato, una successione ordinata secondo una certa frequenza.

Un ritmo, per dirla con una sola parola.

Ogni ciclo delle cose che accadono comunque ce l’ha. Persino le maree dell’oceano, le gocce di pioggia e le stagioni dell’anno, ce l’hanno. Tutti lo abbiamo.

Trovarlo, però, non è così semplice come si potrebbe pensare. E, soprattutto, una volta trovato, il proprio ritmo, quello giusto, cosa ben più difficile è riuscire a mantenerlo. Può capitare, infatti, che, proprio sul più bello, arrivi qualcuno o qualcosa che ce lo spezzi o che in qualche modo ce lo rallenti.

Una pausa forzata, oppure, per dirne un’altra a caso, una sosta di campionato. Tipo, per noi cuori leccesi, quella prima di Ascoli-Lecce, gara di sabato pomeriggio dell’ottava giornata del Campionato di Serie B. Una questione di ritmo. Da quello frenetico a tutto campo delle ultime quattro vittorie di fila, ante fermata per le gare delle Nazionali,

“al ritmo di sette ottavi”

della ripresa che

“gira tutto intorno alla stanza”

, avrebbe cantato il “maestro” Franco Battiato.

Al “Del Duca” i giallorossi partono comunque a spron battuto. Già al settimo minuto passano in vantaggio. Cross dalla sinistra sul secondo palo, libera inzuccata sotto misura e pallone a rotoloni in rete per l’avvincente colpo dell’uno a zero. Poco dopo il quarto d’ora potrebbero addirittura raddoppiare. Spettacolare mezza rovesciata in area – stile figurine della Panini – e pronta risposta del portiere bianconero in tuffo. Ancora, al ventunesimo, una pericolosa bordata da posizione laterale, lambisce il “sette” marchigiano. E l’Ascoli in attacco? praticamente non pervenuto. Si fa vivo solo intorno alla mezz’ora con un interessante rasoterra dal limite, bloccato con sicurezza dal portierone giallorosso. Il Lecce con ordine controlla il gioco, ma non affonda il colpo. Tant’è che in pieno recupero del primo tempo, un’insidiosa punizione dalla distanza sfiora l’incrocio dei pali della porta salentina.

Il sussulto iniziale della seconda frazione di gara è ancora giallorosso. Un pregevole destro a giro, deviato alla grande dal portiere in calcio d’angolo. Poi la prima tornata di cambi riverbera il beccheggio dei “Picchi” padroni di casa. Rinvigoriti, cominciano a tambureggiare.

E “se il ritmo del tam-tam cambia recita un proverbio africano il passo di danza deve adattarvisi.  Invece il Lecce non si adatta. Tutt’altro. Diventa bradicardico.

Così l’Ascoli prende campo. Prende finanche la traversa. Al sessantacinquesimo, di testa, da punizione ben calciata dalla sinistra. Seconda girandola di sostituzioni e al minuto settantaquattro, infine, prende pure, ahinoi, il pareggio, tutto sommato meritato. Numero sulla trequarti di sinistra a superare due avversari e filtrante verticale sul filo del fuorigioco. Il micidiale diagonale di prima intenzione si insacca in rete inesorabile. A questo punto, forse troppo tardi ormai, anche il Lecce prova a cambiare andatura con un paio di innesti. E gli ultimi assalti, in effetti, sono tutti di marca giallorossa. Uno addirittura un vero e proprio match-point a colpo sicuro, miracolosamente respinto dall’estremo difensore piceno. Così come anche l’ultimissimo brivido su calcio piazzato a giro, dal limite, proprio allo scadere del novantesimo. Nel recupero finale non succede più nulla.

Ascoli-Lecce termina in parità col punteggio di uno a uno. Alla fine, un punto a testa che lascia inalterato il distacco di un punto tra le due squadre e consegna ai nostri ancora buoni numeri: sette risultati utili consecutivi, terzo posto solitario in classifica, un punto dalla seconda.

Certo “un peccato, potevamo vincerla”, il rammarico del nostro presidente“Ma – continua saggiamente SSD – il semplice fatto di aver avuto la possibilità della grande impresa, è un segnale molto significativo.” Niente di più vero. D’altro canto, nel calcio come nella vita,

“puoi imparare i passi

– afferma l’attrice statunitense di origini portoricane Rosie Perez

ma il ritmo non si impara.”

Il ritmo, però, si può riprendere. Dunque, Forza Lecce! Già dalla prossima al Via del Mare contro il Perugia. Con pazienza, senza lasciarsi abbattere o prendere troppo la mano.

Perché tutto è sempre … una questione di ritmo. Di quello che scandisce i battiti del Cuore. Per Amore solo per Amore.

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2 Comments

  • Posted 20 Ottobre 2021 10:07 pm 0Likes
    by Graziano

    Peccato… Potevamo cambiare passo e respirare aria d’alta quota. Sarà per la prossima. Senza buttarsi giù. Abbiamo sicuramente il tempo per migliorare tutti i meccanismi di gioco e crescere mentalmente!

  • Posted 21 Ottobre 2021 4:33 pm 0Likes
    by sangel

    Una questione di ritmo, quello che scandisce i battiti del cuore e, si sa…al cuore non si comanda!

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