LECCE-COSENZA: UNA QUESTIONE DI PRESENZA

Tanto per restare in quota, dopo aver sorvolato tra le nuvole e le stelle, una delle questioni più alte che questo tempo di pandemia ci ha costretto a rivalutare è certamente quella della presenza. I mesi trascorsi in lockdownce l’hanno fatta coniare come fosse addirittura una modalità di incontro nuova e più “in” rispetto al passato. A dire il vero invece ora, forse, ci siamo solo resi conto, con maggior consapevolezza, di come la presenza sia l’ingrediente fondamentale di ogni nostra relazione umana. Di come non possiamo scegliere quello che succede intorno, ma possiamo discernere come essere presenti in ciò che accade. Talvolta, purtroppo, anche col pericolo di stare male per qualche mancanza in termini di assenza.

Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza

– ribadiva il piccolo principe di Antoine De Saint-Exupéry –

Farsi primavera significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi Presenza, significa accettare il rischio dell’Assenza.”

 

Praticamente quel rischio che, per noi cuori leccesi, ha fatto di Lecce-Cosenza, gara della undicesima giornata del Campionato di Serie B, proprio una questione di presenza. Intanto per i tanti, troppi, posti liberi sugli spalti di un Via del Mare “desolatamente vuoto”, ha considerato amareggiato il presidente @SaverioSD. Poi, per l’incombente pericolo che mezza squadra giallorossa restasse out, tra mancati recuperi fisici e virus influenzali

L’avvio del match, però, fuga ogni dubbio. Il Lecce c’è ed è subito in partita. Costantemente in avanti, il suo ritmo è alto, intenso, pressante.  E alla mezz’ora batte un colpo. Il primo. Fitta rete di passaggi dal basso, scambio in mezzo, accelerazione verso la porta e bordata rasoterra da fuori in rete, nell’angolino sul palo lontano. Il Cosenza prova a reagire, ma in modo poco convinto. Anzi, nel recupero subisce pure lo splendido raddoppio. Pallone riconquistato a centrocampo e ampia apertura a destra. Cross delizioso in area e, puntuale, schiacciata vincente di testa. Il primo tempo si chiude così.

E il secondo comincia esattamente così come ci si era lasciati. Con un altro gol dei giallorossi.  Bel fraseggio sulla trequarti, sempre di destra, inserimento profondo in area, a tu per tu con il portiere rossoblù, rimpallo un po’ fortunoso e straordinario tris salentino. I lupi calabresi questa volta accusano il colpo. Due pali in pochissimi minuti a cavallo del sessantesimo, il primo di testa e il secondo in diagonale di destro, li salvano dal divenire vittime sacrificali. E proprio quel fremito d’orgoglio per lo scampato doppio pericolo, produce, letteralmente per Caso, la transizione buona per la rete della bandiera dei silani. I restanti minuti scorrono via tranquillamente, senza sussulti particolari.

Lecce-Cosenza termina dunque sul tre a uno per i nostri. Una vittoria netta, molto più di quanto non dica il risultato finale. Il decimo utile consecutivo che vale, si, il terzo posto solitario in classifica, a un punto dalla seconda e a due dalla capolista, ma che principalmente significa che il Lecce è presente, innanzitutto a sé stesso.

Perché chi è sceso in campo ha dato la testimonianza più importante, quella della presenza. Sì, nel calcio come nella vita tutto è sempre … una questione di Presenza. Fisica, mentale e comportamentale.

E allora, Forza Lecce!

“Vuoi sapere la verità

canta Eros Ramazzotti

che mi basta già la tua presenza. Che nel tempo mi dirà quanto Amore sei. Ci voglio credere … “

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