Ma se poi quel qualcuno dovesse proseguire, domandandoci cosa è per noi l’equilibrio e, soprattutto, se noi ce lo abbiamo, allora le risposte sarebbero di sicuro meno veloci e scontate. Giacché, potremmo dire, tutta la nostra vicenda umana verte intorno al continuo cercarlo. Corporeo, mentale, spirituale, strutturale e sociale.
Raggiungerlo in ogni suo aspetto è il nostro primo obiettivo fin da bambini. Fin dal nostro primo gattonare sul pavimento. Che
“bisogna cercare l’equilibrio muovendosi
– affermava l’esperto dell’arte del Kung-fu, Bruce Lee –
non stando fermi.”
Ed effettivamente, a rifletterci bene, è proprio così. Quando sembra che lo stiamo perdendo, talvolta ancor di più per via di un inciampo, è proprio allora, in quella sorta di fotogramma, di istantanea immobilità sospesa, che ne stiamo facendo profonda e forse anche dolorosa esperienza.
Questione che all’ “Arena Garibaldi” rimane intatta nel corso di tutta la prima frazione. Entrambe prive dei due centravanti di ruolo, le due compagini ci provano più che altro badando a non prenderle, senza mai riuscire a produrre vere e proprie occasioni degne di nota. Solo al quarto minuto un pallonetto pisano termina a lato non troppo lontano dal palo. Al trentottesimo controllo del VAR per un plausibile tocco di mano di un difensore nell’area di rigore del Pisa. L’arbitro, però, fa cenno che si può proseguire. Negli spogliatoi si torna quasi annoiati sull’iniziale equità.
Al rientro in campo per il secondo tempo, i toscani, a sorpresa, partono forte subito. Da calcio d’angolo per loro, battuto sul primo palo, il colpo di testa termina alto di poco. Poi un contatto molto dubbio in area salentina, ma, meno male, seppur millimetricamente rilevato dal VAR, c’era fuorigioco al momento del lancio.
Al cinquantottesimo il Pisa lo rompe, l’equilibrio, passando in vantaggio sul primo – e sarà anche l’unico della partita – tiro nello specchio della porta leccese. Un tiro della Domenica, più che del sabato pomeriggio qual in vero è. Punizione in area dalla sinistra, il pallone, respinto corto della difesa giallorossa, è raccolto al limite dai neroazzurri e “sparato” di destro prontamente.
Il bolide, di inaudita potenza, bacia la traversa e si insacca imparabilmente proprio nell’angolino sotto l’incrocio. Il Lecce reagisce e si riversa in attacco. Trascorsi dieci minuti in pressing col possesso palla, un atterramento dubbio sulla linea, viene presuntuosamente giudicato fuori area dal direttore di gara, senza neanche consulto del VAR. Poi, al settantaseiesimo, la grande occasione per il pareggio grazie a un veloce inserimento in area dalle retrovie. Il colpo di testa finale, però, è troppo debole e centrale. Il portiere blocca senza problemi. Due minuti dopo una ripartenza coast to coast dell’undici pisano potrebbe portare il raddoppio, ma la rasoiata di piatto è sul fondo. L’assedio giallorosso dell’ultimo quarto d’ora, compresi i quattro minuti di recupero, non produce alcun concreto effetto.
Pisa-Lecce si chiude, dunque, sull’uno a zero per i padroni di casa che purtroppo allungano in vetta alla classifica. Per i nostri, invece, seconda sconfitta stagionale dopo quella iniziale di principio campionato.
Per questo, “guardiamo avanti con serenità – incoraggia il presidente @SaverioSD – perché resto convinto che siamo sulla strada giusta.”
Ebbene sì, Forza Lecce nostro, siamo ancora sulla strada giusta, ma alle buche fai attenzione,
“perché per rimanere così in alto
– canta Fabri Fibra –
1 Comment
by sangel
Partita destinata al classico risultato “ad occhiali” se non fosse stato per quel tiro scagliato da quella “capu te posparu”, goal che non si stancherà di raccontare ai suoi nipotini. Il Pisa non ha fatto nulla di più del Lecce per vincerla ed il Lecce non ha fatto niente di meno del Pisa per perderla, è una questione di equilibrio. Avanti così, nessun dramma, nessun dorma!