PORDENONE-LECCE: UNA QUESTIONE DI STRADA

Nonostante restrizioni e timori, non possiamo evitarlo. E se ci voltiamo per un attimo indietro, subito lo comprendiamo.

Tutto, fin dal principio, consiste sempre in un cammino da compiere. Quindi, in un paio di scarpe da scegliere, in una giusta direzione da seguire, in un ritmo da mantenere e, soprattutto, in una strada da percorrere.  

Sì, in una strada. A tratti larga, rettilinea e asfaltata, ma talvolta stretta, sterrata, piena di curve e di buche. Spesso imbattuti anche in strade sbarrate, siamo stati costretti a fare una sosta, magari pure più lunga e più snervante di quanto pensassimo. Con la questione, poi, nel ripartire, di saper riconoscere la strada buona da prendere e, per questo, ancor prima di saper noi stessi riconoscersi in quella strada. Per non ritrovarci del tutto smarriti, perché

“non puoi viaggiare su una strada

affermava Siddhartha Gautama, meglio conosciuto come Buddha

senza essere tu stesso la strada.”

 

Insomma, per dirla in breve: una questione di strada. Esattamente la stessa, per noi cuori leccesi, di Pordenone-Lecce. Ultima giornata – al netto del recupero della gara col Vicenza, altra questione, infinita e ancora da definire – del girone di andata del Campionato di Serie B. Un match, quello del ”Teghil” di Lignano Sabbiadoro, che incrocia due compagini viaggianti su strade diametralmente opposte. I padroni di casa, purtroppo per loro, su quella verso la serie C, penultimi con soli otto punti in classifica e altrettanti otto distanti dai playout, i giallorossi, invece, decisamente su quella verso la massima serie.

 

Giallorossi che, nonostante siano fermi da oltre un mese, ovvero dallo “squilibrato” stop col Pisa, in avvio di partita si fanno subito strada, seppur senza eclatanti sgommate. Al tredicesimo, infatti, un pericoloso tiro-cross a giro spiove di poco sul fondo. Dopo quattro minuti, il calcio al volo da centro area, su respinta della difesa, si stampa fragorosamente sul palo. Lo sprint salentino è comunque nell’aria e arriva al ventiquattresimo. Meraviglioso assist d’esterno dal vertice destro d’attacco, ottimo inserimento dalle retrovie sulla sinistra e altro tocco d’esterno da “Manuale del calcio come nella vita”, Tomo “aprirsi la strada con classe”, pag. 8, ad anticipare il portiere, per l’agognato uno a zero. I ramarri, sbigottiti, rischiano una brusca sbandata.

Al trentanovesimo, gol del raddoppio leccese annullato per partenza in offside. Allo scadere del primo tempo, sempre il Lecce ad un passo dall’eurogoal acrobatico. La rovesciata in mischia nel cuore dell’area esce appena di un soffio. Alla piazzola di sosta dell’intervallo ci si parcheggia col vantaggio salentino, minimo ma strameritato. 

Al rientro in campo per la seconda frazione di gioco, i friulani provano una reazione d’orgoglio con un triplice cambio che, però, non sortisce effetti particolari se non quello di alzare un po’ il baricentro del loro gioco. Per di più, al minuto sessantasette, restano in dieci per somma d’ammonizioni. Nel restante scorcio finale, quindi, i giallorossi gestiscono il risultato senza correre grossi rischi, ma senza neanche allungare. Anzi, sempre col timore di una giocata isolata che potesse rovinare la festa.

Proprio come l’ultimo disperato tentativo dei neroverdi al secondo minuto di recupero, sugli sviluppi di un corner. Comunque, buon per noi, solo un brivido. Il colpo di testa termina a lato.

 

Così, Pordenone-Lecce si conclude con il risultato di zero a uno per i nostri. Tre punti fondamentali per il prosieguo della stagione, che ormai si è snodata già per metà della strada. Certo conquistati, come si suol dire, col minimo sforzo e anche con un po’ di apprensione per non esser riusciti a chiudere la partita per tempo.

Tuttavia, “sono contento – gongola soddisfatto Mister Baroniera importante ripartire con una vittoria e l’abbiamo fatto”.

 
Eh già, nel calcio come nella vita, dopo ogni lunga sosta, l’importante non è tanto il ripartire giusto per riprendere il cammino, quanto il farlo sulla giusta strada. Quantunque possa essere la più irta e faticosa, è sempre una questione di strada.
 

Ed allora, Forza Lecce nostro,

“prendi la strada che porta fortuna

canta Vasco

scegli la via che va sulla luna, e non arrenderti mai, la vita è dura … la vita è tua”!

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