CAGLIARI-LECCE: QUANDO ARBITRO FISCHIA

Almeno inizialmente, forse, ci saranno state delle situazioni che non hanno preso la piega che volevi o speravi … hai voglia! E allora, chi ti vuole bene di sicuro te lo avrà detto: «porta pazienza!», «non agire d’impulso!», «non avere fretta!». Effettivamente il rischio c’è. L’ansia di non farcela e la foga di recuperare, possono indurti a compiere azioni precipitose che anziché salvarti, ti affossano. Invece, “a chi sa attendere, il tempo apre ogni porta” recita un antico proverbio cinese, pure quelle di calcio … quando arbitro fischia.

Nel “lunch match” della prima domenica di maggio, valido per la 35^ giornata di Serie A, Cagliari e Lecce si incontrano alla “Unipol Domus” per giocarsi una gara di fondamentale importanza in prospettiva salvezza. In realtà i sardi, sotto di quattro punti, sono molto più preoccupati dei #cuorileccesi

Per questo, poco lucidi, ma compatti e decisi, i padroni di casa si riversano immediatamente in attacco. Al 17′ il primo sussulto, per quello che sarebbe stato il loro vantaggio: botta dalla distanza e palla, deviata, all’angolino. Fermi tutti, però. Arbitro richiamato dal VAR: gol annullato per fallo di mano dello stesso marcatore. Passano otto minuti e il gol rossoblù arriva lo stesso. Sugli sviluppi di un corner, un tiro da fuori sbilenco e poco convinto diventa un assist per la deviazione vincente da posizione centrale a pochi passi dalla porta leccese. Il Lecce appare quasi stordito, ma proprio allo scadere della prima frazione, la troppa foga isolana svolta all’opposto. Fallo con il piede a martello, arbitro (ancora richiamato dal VAR) trasforma il giallo in rosso. Cagliari in dieci.

La ripresa inizia all’insegna dei giallorossi che, forti della superiorità numerica, aumentano man mano ritmo e pressione. I rossoblù, però, tra continue interruzioni per pseudo crampi e lotta nei duelli ravvicinati, dietro tengono botta. Il tempo passa, ma il Lecce non si scompone. Continua a fare la partita, non molla mai, aspettando tra un corner e l’altro l’occasione propizia per scardinare il bunker avversario. Occasione che si concretizza a cinque dal novantesimo. Grande penetrazione in area sulla destra e pallone teso in diagonale al centro dalla parte opposta dove puntuale @nikolakrstovic9 a pochi passi dalla porta sguarnita, mette in rete di piatto sotto la traversa. A questo punto il Lecce cerca l’affondo per vincere, ma incredibilmente prima due pali di testa in due minuti e poi una super parata del portiere di casa dicono di no al sorpasso giallorosso.  

Quando arbitro fischia, partita finisce con il pareggio per uno a uno. E’ un punto importantissimo che dovrebbe mettere definitivamente, seppur non ancora matematicamente, al sicuro la squadra di mister Gotti, che così commenta a fine match. “E’ chiaro che l’episodio dell’espulsione dà una direzione alla partita. Devo dire, però, che da lì in avanti il Lecce ha gestito con grande maturità la situazione che si era venuta a creare, senza frenesia, senza cercare di andare subito in area di rigore, buttando palloni e facendo in qualche modo il gioco del Cagliari. Ci siamo creati i presupposti per poter arrivare a questo pareggio e quando è arrivato siamo andati anche molto molto vicini a vincerla.”

Veramente #nelcalciocomenellavita saper aspettare è un’arte, mantenere la calma è una virtù. Facendo attenzione, si badi bene, a non scivolare nel vizio di cincischiare e perdere tempo. E la doppia faccia dell’attesa, vera e propria chiave di volta per “pianificare” il tempo e raggiungere i nostri obiettivi.

“Dicono – canta Ivano Fossati – che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare. Io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare.”

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