PARTY TIME: IL CASO DI ANTONIN BARAK

Un “caso”, abbiamo letto.

Sostantivo usato generalmente con due accezioni. Come sinonimo di “fatto”, “avvenimento”, o quella che sta a descrivere un qualcosa di accidentale, “(ac)caduto” per combinazione, appunto.

Mai come nella vicenda riguardante il prestito di Antonin Barak, centrocampista attualmente al Lecce, la distinzione tra queste due accezioni del termine è stata rilevante.

Ma ripercorriamo quanto accaduto in questo fantomatico caso Barak. Tutte le società, negli accordi sulla ripartenza del campionato, hanno pattuito (verbalmente) che, dato il prolungamento del campionato oltre il 30 Giugno, data in cui solitamente scadono i contratti tra società e giocatori, tutti i prestiti in scadenza al 30 Giugno sarebbero dovuti essere estesi fino al 31 Agosto.

Accordo verbale al quale, entro il 30 Giugno (oggi), sarebbe dovuto seguire un benestare formale da parte delle società proprietarie dei cartellini. Tale documento, nel caso di Antonin Barak, è arrivato solo questa mattina da parte dell’Udinese, ma dopo settimane di silenzio tra le due società e solo dopo che negli ultimi giorni il presidente Sticchi Damiani ha più volte fatto appello pubblicamente alla sportività della società friulana.

Il giocatore rimarrà a Lecce, ci aiuterà nella corsa salvezza e il Lecce ringrazia (solo la Famiglia Pozzo, pero’).  Tutto molto bello, ma questa vicenda ci fa capire una cosa importante.

Il campionato di bassa classifica è partito.

Sarà una guerra senza esclusione di colpi. L’Udinese, a rischio retrocessione quanto se non più del Lecce, ha già fatto la sua prima mossa.

Una mossa che alla fine è rimasta psicologica, da guerra fredda (forse solo grazie alla contromossa altrettanto glaciale del Presidente giallorosso), e che nel peggiore dei casi puo’ aver destabilizzato i nostri da un punto di vista mentale, non certo tecnico. Un messaggio sprezzante (forse) nei confronti di una società giovane che cerca di farsi spazio a scapito di chi sguazza in Lega da decenni.

Insomma, un caso, quello di Barak, ma certamente non una casualità.

Un segnale che il party (quello della lotta per non retrocedere) è iniziato davvero e, come sanno tutti, in ogni party che si rispetti non possono mancare i clown.

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