LECCE-PISA: UNA QUESTIONE Di INSIEME

Insieme. Punto. Potremmo chiuderla qui.

Senza nient’altro aggiungere, tanto è grande e denso il concetto racchiuso in un “insieme”. Molto più di quello primitivo che è alla base del pensiero matematico imparato a scuola fin da bambini.

Insieme è l’esperienza che ci precede nell’incertezza del cammino più duro e il balsamo profumato che ci consola nella risacca dei pensieri più bui. Insieme è il filo invisibile che ci lega in cordata e che ci salva nei momenti più ripidi.

“Solo insieme

– affermava il filosofo tedesco Karl Theodor Jaspers  –

possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere.”

 

Un concetto che abbiamo assimilato bene noi cuori leccesi, proprio in occasione di Lecce-Pisa, autentico big match di tutto un campionato, tra l’altro nel giorno dell’anniversario della liberazione, valevole per la trentaseiesima giornata di Serie B, terz’ultima del girone di ritorno. Dopo le vertigini del vuoto sullo Stretto, una gara con affaccio sulla vetta da affrontare e vincere tutti insieme, non soltanto gli undici che sarebbero scesi sul rettangolo verde. E con quasi venticinquemila presenze sugli spalti del Via del Mare, record stagionale per la categoria, davvero una spettacolare visione di insieme. Anzi, una questione di insieme stratosferica, non c’è che dire.

Così, sospinto una bolgia del genere, il Lecce parte subito a razzo, col piede premuto sull’acceleratore. Dopo una sessantina di secondi appena, è sua la prima grandissima chance a seguito di un’inzuccata su cross da calcio d’angolo. Il portiere devia la palla sulla traversa, la stessa torna in campo e, sempre lui, la blocca in un parapiglia sulla riga bianca. Risposta pisana immediata. Il potente sinistro dai venticinque metri termina fuori di un metro. Poi, al diciottesimo, arriva l’azione che sblocca il risultato a favore della squadra salentina. La manovra è corale, insistita e avvolgente, da un lato all’altro del fronte d’attacco. Il piattone di destro, al volo, centrale, che la conclude quasi dal limite dell’area piccola, questa volta non lascia scampo al portiere, che pur riesce a sfiorare la sfera. Il Lecce, in vantaggio, non pago, continua ad imbastire azioni su azioni e potrebbe passare ancora in un altro paio di chiare occasioni da rete. A negare la gioia del raddoppio, però, prima, al trentatreesimo, un rocambolesco salvataggio sulla linea della retroguardia nerazzurra, poi ancora la traversa, a due minuti dallo scadere di frazione, colpita su un velenoso tiro cross dalla fascia destra.

Nella ripresa la gara prosegue sulla stessa, ottima per noi, falsariga del primo tempo. L’unico timido tiro verso i pali della porta leccese arriva soltanto attorno al settantesimo con una deviazione di testa, tranquillamente tra le braccia del portiere. Sono sempre i giallorossi, complessivamente, a tenere in mano le redini del gioco senza neanche affannarsi troppo. Anzi, a cinque minuti dal novantesimo mettono pure uno straordinario puntone esclamativo sulla loro sontuosa prestazione. Verticale sulla destra fino e cross basso dal fondo. Il tocco al volo, in anticipo, dallo spigolo dell’area piccola, si insacca rasoterra tra portiere e primo palo. Esplode la gioia della liberazione al Via del Mare. I cinque minuti di recupero sono solo occasione di passerella.

 

Lecce-Pisa termina col risultato di due a zero per i nostri. Tutti insieme appassionatamente a festeggiare, quindi, non solo per l’importantissima vittoria che ci riporta al primo posto solitario della classifica ma, ancor di più, per la giornata perfetta veramente nel suo quadro d’insieme. Grazie, infatti, alle concomitanti battute d’arresto di tutte le altre concorrenti dirette, il traguardo adesso è proprio lì, a un passo, o meglio, a due punti da raccogliere nelle prossime ultime due partite. “Ho cercato di dare tutto quello che potevo per portare la squadra a un livello tale di espressione di calcio che è sotto gli occhi di tutti – commenta mister Baroni nel post matchLa nostra squadra funziona se gioca a pallone nell’insieme, nell’insieme esaltiamo le individualità.”

 

E’ appunto il paradigma dell’interdipendenza, quello che ci ricorda come tutto sia sempre una questione di insieme. Perché, nel calcio della vita, al di là di ogni matematico assunto, l’intero non è mai la somma delle parti e il collettivo è sempre più forte dell’individualismo, giacché nessuno si salva mai da solo, né mai si promuove da solo.

Pertanto, Forza Lecce nostro,

“noi non ci fermeremo

– canta Eros

non ci stancheremo, ed insieme, noi troveremo una terrA promessA, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri!”

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