LECCE – SALERNITANA: COME UN TRENO CHE V(A)

Che sia dei nostri tempi, d’epoca o, magari, persino del Far West. Freccia rossabiancargento, Intercity o locale lumacone. Se chiudiamo per un minuto gli occhi e pensiamo a un treno, fosse pure il mai dimenticato trenino d’infanzia della “Lima” o quello delle ormai lontane feste di carnevale, chissà quanti volti, quante immagini e quanti profumi ci sfilano nel cuore. Per non parlare dei tanti combattimenti ancora vivi tra emozioni contrapposte, sempre suscitati da ogni partenza e da ogni arrivo. Eh già,

“la vita è il treno 

scrive Paulo Coelho

non la stazione ferroviaria”.

Proprio il treno che conosciamo bene tutti. Quel “luogo – non luogo” in cui spesso ci siamo stati e, talvolta, anche immedesimati.

Noi, cuori leccesi presciati, di sicuro. In quello giallorosso visto al Via del Mare, per Lecce-Salernitana. Sfida valevole per la trentunesima giornata, dodicesima di ritorno, del Campionato di Serie B. Uno snodo importante, da doppio binario. Il primo di classifica, per l’esser di fronte, rispettivamente, seconda contro terza. Il secondo di stile di gioco, per reti fatte e subite. Ovvero, in grandi numeri, attacco giallorosso a segno quattordici volte ininterrottamente nelle ultime quattro gare contro difesa granata imbattuta nelle ultime sette.

E l’avvio, effettivamente, conferma tutte le nostre migliori aspettative. “Il treno ha fischiato”scriverebbe nuovamente Pirandello. Un fischio da avvicinamento al passaggio a livello, proprio in apertura, all’undicesimo minuto. L’estremo difensore ospite abbassa la sbarra in tempo sul pallone deviato verso l’angolino da un suo compagno di squadra. Con uno scatto da perfetto casellante lo spedisce in corner. Anche sul successivo colpo di testa non perde la coincidenza e si fa trovare pronto. Ancora, respinge di piede alla mezz’ora. Altri due minuti ed è la traversa, stavolta, a salvargli l’imbattibilità. Un enorme vagone merci sembra sul punto di materializzarsi per davvero, proprio lì, di traverso, sulla linea bianca della porta salernitana. Invece, a un minuto dallo scambio di frazione, arriva puntuale il meritato vantaggio salentino. Lancio “deviatoio” col contagiri. Impeccabile aggancio mancino e diagonale vincente di destro. Uno a zero e tutti in sala d’attesa, pardon, negli spogliatoi, per l’intervallo.

Alla ripresa parte un treno dei desideri all’incontrario, ahinoi. Il locomotore dell’ippocampo, però, come uno di quelli a vapore vecchio stampo, dopo una ventina di minuti di sbuffi a vuoto, perde un pezzo. Il Rosso diretto per chiarissimo fallo da ultimo uomo è inevitabile. Undici contro dieci, il convoglio giallorosso trova la rete del raddoppio al minuto settantadue. Ripartenza a centrocampo sulla destra, veloce triangolazione topografica, testata solitaria al centro dell’area piccola e palla magistralmente in fondo al sacco. Poco prima del recupero finale potrebbe arrivare persino il tris, ma il portiere campano sventa la bordata troppo centrale.

Lecce-Salernitana, quindi, termina col più classico dei risultati, la vittoria dei nostri per due a zero. La quinta consecutiva che consolida secondo posto con cinquantacinque punti, ora ben quattro di vantaggio sulla terza e miglior attacco del torneo con addirittura sessanta gol all’attivo. “Siamo nel pieno della promozione diretta afferma mister Corini a fine partita – dipende solo da noi, ora lo posso dire.”

Si, ora lo possiamo dire forte, caro Lecce nostro, dipende solo da noi. Corri, dunque, corri forte senza più fermate. Sei come un treno che vA,

“come un treno che si porta via

canta ancora Max Pezzali

come un tuono, tutto nella sua scia”.

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