LECCE-VICENZA: UNA QUESTIONE DI SGUARDI

In questo tempo di pandemia, col viso coperto dalla mascherina, ne siamo sempre più consapevoli.

Guardarsi è la più naturale e più profonda forma di comunicazione. Sarà perché,

“è in certi sguardi

scriveva e cantava il grande Franco Battiato –

che s’intravede l’infinito”.

Un Infinito che può essere la chiave della porta stretta del proprio mondo interiore o un sottile gioco di seduzione.

Oppure, ancora, soltanto una semplice percezione, quando “sentiamo” che qualcuno ci sta guardando, anche se di fatto non lo vediamo. A chi, per esempio, non è mai capitato per strada, in un luogo pubblico o, magari, da dietro uno schermo, di sentirsi osservato, di sentirsi degli occhi addosso?

E’ una sensazione strana, potente, che spesso già nasce come certezza. Tanto forte e pregnante che quell’atto percettivo si trasforma all’istante nella più forte delle motivazioni, in un fare che ti fa fare la storia.

Una sensa(motiva)zione che noi cuori leccesi abbiamo pienamente provato in Lecce-Vicenza, recupero della diciottesima giornata della Serie B. Un testacoda rinviato per ben due volte a causa del Covid e per questo, più che mai fondamentale per tutto il campionato, non solo per le due squadre. Tant’è vero, che è

“una partita a cui il Lecce arriva bene – ha chiosato nel pre-matcth il nostro Mister @Marco_Baroni_official: – ma avremo gli occhi addosso di tutti e questo deve essere per noi un motivo in più per non sbagliare la prestazione. Ma non lo faremo.”

E così è stato, al Via del Mare. Una questione di sguardi.

A partire dagli sguardi di studio nella fase iniziale di gioco, durante la quale il Vicenza, ben messo in campo, contiene senza troppi problemi i tentativi del Lecce, piuttosto timidi, a dir il vero. A due minuti dalla mezz’ora, però, il colpo di fulmine che spacca la gara a favore dei giallorossi. Assist delizioso, verticale, al volo, d’esterno destro, da “Manuale del calcio come nella vita”, Tomo “vedere gli spazi”, pag. 9. 

Inserimento veloce in profondità, preciso diagonale di piatto destro e palla in fondo al sacco, nell’angolino lontano. Il Lecce prova a chiudere, approfittando del momento di distrazione degli ospiti. Tre minuti dopo, su cross rasoterra dalla sinistra, calcio di prima davanti alla porta totalmente sguarnita, incredibilmente alto sulla traversa. Il raddoppio è comunque solo rinviato di qualche minuto.  Al trentottesimo, nuovo cross al centro dalla sinistra, questa volta pennellato in area con un pallonetto. Il colpo di testa in libertà è respinto dal palo. Rimpallo e scarico in rete da due passi. Fino all’intervallo non succede più nulla. La prima frazione termina col doppio vantaggio leccese.

Nella ripresa i giallorossi provano a gestire il possesso palla con la solita personalità non disdegnando di allungare lo sguardo verso la porta avversaria non appena se ne presenta occasione. E di occasioni ne hanno pure di molto ghiotte. Al cinquantottesimo, colpo di testa ravvicinato, il portiere controlla in tuffo in due tempi.

Poi, in sequenza, al sessantaseiesimo, al settantaduesimo e al settantacinquesimo, sempre di testa, sempre a un soffio dal tris. Tuttavia, quando ormai la pratica sembra già bella e chiusa, ecco il guizzo d’orgoglio biancorosso che non t’aspetti. Rinvio della difesa vicentina oltre la riga di centrocampo, bella e fortunosa combinazione in avanti dei veneti, cross a centro area e facile tocco vincente a tu per tu col portiere. Il finale a questo punto fatalmente si accende. Gli sguardi sono tutti sull’orologio dell’arbitro che tra varie vicissitudini protrae la gara di cinque minuti oltre i novanta. Il punteggio, comunque non cambia.

Lecce-Vicenza si conclude con la vittoria dei nostri per due a uno.

La seconda identica affermazione casalinga in tre giorni, la terza consecutiva di questo meraviglioso inizio duemilaventidue.  Ma, soprattutto, quella che proietta per la prima volta i giallorossi da soli in vetta alla classifica.

Ora sono loro a guardare tutti dall’alto. Eh già, a volte ci guardano, altre volte guardiamo. Magari a posizioni invertite.

E’ comunque sempre una

“questione di sguardi

canta Paola Turci –

è, ah un attimo così, così magnetico, così, così …”

Così magnetico, sì, nel calcio nella vita, un attimo che ci svela e, allo stesso tempo, ri-vela.

Ma “non guardiamo alla classifica – continua nel post-match Mister Baroni  – Guardiamo al lavoro, alla prestazione. Perché se le prestazioni sono di altissimo livello come quelle che stiamo facendo è difficile che non arrivino i risultati.”

Ed allora, Forza Lecce nostro, continua così senza distrarti, che per vedere il traguardo c’è da guardare ancora lontano.

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