CREMONESE-LECCE: EVVAI UNA GIOIA

“Io dalla vita ho imparato a rinascere

cantava Cristicchi  –

dalle occasioni ho imparato a non perderle, dalla gioia il senso delle lacrime”.

Oppure viceversa, potremmo dire noi cuori leccesi. Dalle lacrime, almeno di quelle per i punti persi da un mese intero a questa parte, impariamo il senso della gioia. O meglio, di una gioia.

Di quella per Cremonese-Lecce , sfida valida per la ventitreesima giornata, quarta di ritorno, del Campionato di Serie B.

Allo Zini di Cremona, inizia come peggio non poteva per il Lecce. Freddato, come lo stesso pomeriggio in cui si gioca, dopo soli sette minuti. Pressing alto dei lombardi, palla recuperata sulla trequarti – per non dire persa in uscita – e passaggio filtrante in area. Aggancio e tiro preciso col mirino, che si infila imparabilmente in rete, nell’angolino basso. Padroni di casa in vantaggio, ma i nostri non si scompongono. Compatti, risalgono la china e alla mezz’ora il match ritorna in parità. Schema su punizione, palla imbucata per cross dal fondo. Deviazione (s)fortunata e autogol dell’uno a uno. Si va così negli spogliatoi.

In avvio di ripresa, sulla scia dell’euforia, sono ancora i salentini a fare la partita. Su una loro veloce ripartenza, tre conclusioni di fila, a battente, una dietro l’altra. L’ultima, un diagonale vincente col portiere fuori porta, ribalta il risultato. La reazione grigiorossa è costante, ma sostanzialmente non pericolosa.

Tuttavia, da “una gioia” a “mai una gioia”, nel calcio come nella vita, spesso è brevissimo il passaggio. Ed effettivamente, lo spettro di un altro insostenibile due a due, che oltretutto farebbe il paio con quello dell’andata, sembra, ahinoi, materializzarsi a tre minuti dal novantesimo. Il portierone leccese, però, respinge il forte tiro a “tu per tu” da appena dentro l’area di rigore e Cremonese-Lecce termina sull’uno a due.

Risultato suggellato da un sorridente abbraccio finale di tutti i giallorossi a centro campo. Evvai una gioia, sì. Anzi,

“una grande gioia

secondo mister Corini (link ) –

perché i ragazzi se lo meritavano … con una dedica speciale ai nostri tifosi che sappiamo di averli fatti soffrire nell’ultimo periodo.”

Eh già,

“noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori

affermava il grande maestro Beethoven

e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza.” 

Quindi stiamo a posto, caro Lecce nostro, a sofferenza abbiamo dato. Ora la gioia della vetta della classifica ci (a)spetta!

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