“In una goccia d’acqua c’è il segreto di tutti gli oceani sconfinati”
scriveva Kahlil Gibran nel suo libro “i segreti del cuore”. Niente di più vero. Così come in una partita c’è il segreto di tutto il Campionato, potremmo ben dire noi, cuori leccesi. In Lecce-Cosenza, nel nostro caso in particolare. Posticipo domenicale in notturna, valevole per la quarta giornata di ritorno di serie B.
Caricato a mille dai tifosi, che nel prepartita hanno fatto sentire la loro vicinanza, per il Lecce una partenza letteralmente col botto. Quello del pallone stampato da venti metri sulla traversa rossoblù, dopo neanche un giro completo di lancette d’orologio.
Nella desolazione di un Via Del Mare sempre deserto, ancora s’ode il rimbombo. Dalla possibile “una gioia” al “mai una gioia”, ormai lo sappiamo, il passaggio è brevissimo.
E difatti, ottavo minuto, gran cross tagliato in area salentina, colpo di testa perfetto a schiacciare e lupi silani in vantaggio. Per soli quattro minuti, però. Cross leccese dalla sinistra e fallo a ridosso dell’area piccola. Rigore. Battuta classica: sfera rasoterra da una parte e portiere dall’altra. Uno a uno e palla al centro. Le squadre, impaurite, si assestano. Il ritmo cala e fino alla fine del primo tempo, niente più grandi emozioni.
La ripresa continua a sgocciolare via senza sussulti fino a un quarto d’ora dal novantesimo. Al settantaseiesimo, per la precisione. Filtrante verticale in area calabrese e fallo da tergo. Secondo rigore per il Lecce. Dallo stesso dischetto dell’errore contro l’Ascoli, il capitano questa volta non perdona.
La rimonta è servita. Ma non finita. Passano altri dieci minuti. Calcio piazzato sulla tre quarti di sinistra per i giallorossi. Diagonale spiovente verso il fondo, sponda al volo in area e colpo di testa vincente in tuffo sotto porta. Lecce-Cosenza termina qui, col punteggio di tre a uno.
Per i nostri la giornata perfetta, incontro con tifosi e vittoria, la seconda consecutiva. Non accadeva da quasi quattro mesi. Certo, i problemi non sono del tutto risolti, ma vincere aiuta a vincere.
Dunque, forza caro Lecce nostro, continua così, nel tuo percorso di crescita dei singoli e del gruppo, senza pensare a cosa fanno gli altri. Perché nel calcio come nella vita, il segreto, tornando a Gibran, è in una gara, pardon, in una goccia. Perché la goccia è paziente, tenace, perseverante. Non si lascia distrarre, convinta cade, rimonta, scava la roccia.
“E rinasce ogni attimo
– cantavano i Litfiba al Festivalbar del ‘97 –
il congegno fantastico che goccia a goccia fa un mare dentro me”.
E quando hai un mare dentro, non c’è goccia che ti possa fare traboccare!
2 Comments
by sangel
Mare che, a volte, si trasforma in tsunami. Ed allora, avanti Lecce, travolgi tutto!
by Lucia77
Se nel mare non ci fosse anche quella goccia, sarebbe sempre mare… ma gli mancherebbe qualcosa 😊