PISA-LECCE: YES WE… CARE

Giorno per giorno, sono tante le dichiarazioni lette, ascoltate o pronunciate che a volte anche inconsciamente ci portiamo dentro come punti di riferimento. Dai minimi ai massimi pensieri, nostri o altrui.

A proposito di quelli altrui, per esempio, come non ricordare lo storico comizio di Barack Obama, tenuto nel New Hampshire in occasione della campagna per le primarie democratiche del 2008? Non fosse altro perché fu proprio in quel discorso che pronunciò la famosa espressione “Yes We Can”. Ovvero, tradotto in italiano, “Sì Noi Possiamo”.

Tre parole molto semplici, eppure capaci di rivoluzionare il linguaggio, gli ideali e le emozioni più recondite della politica mondiale. Uno slogan scuotitore di coscienze, diventato persino un video e una canzone. Un battito vincente, palpitante ancora oggi nei cuori che credono in qualcosa di grande ed Ambizioso.

Vale a dire, naturalmente, nei nostri cuori leccesi presciati, idealmente pulsanti nella città di Galilei, sugli spalti dell’“Arena Garibaldi”, per l’incontro Pisa-Lecce. Match valevole per la trentaduesima giornata, tredicesima di ritorno, del Campionato di Serie B. Una torre da scalare per i giallorossi, “pendente” dopo la rovinosa caduta del girone precedente. Contro i padroni di casa imbattuti fra le mura amiche addirittura da novembre scorso, una vera e propria impresa. Ardua, certamente, ma possibile. Magari non spettacolare come le ultime cinque affermazioni precedenti.

In realtà, primo tempo per niente trascendentale. Lecce che fatica a costruire e Pisa pronto a ripartire. Alla mezz’ora sono proprio i toscani a recriminare per un dubbio, per non dire quasi certo, contatto alle spalle, in piena area di rigore. Buon per noi, però, l’arbitro lascia correre. Piuttosto che il fischietto estrae il cartellino rosso per proteste ai danni del mister neroazzurro. All’intervallo si giunge, così, senza sussulti, a reti bianche, che più bianche non si può.

Nella ripresa, però, lo spirito “obamiano” comincia a prender corpo nella squadra giallorossa.

“Era dentro te soltanto un sogno

– canta profeticamente Andrea Bocelli

ma presto il sogno sarà realtà.”

Difatti, con più calma e grazie a un paio di cambi giusti, l’episodio che “mette le basi per il sogno”  americano, ops, salentino, arriva presto, puntuale come un treno che va. Corre il minuto settantaquattro. Il deciso inserimento in area degli avanti giallorossi fa il paio col maldestro intervento a sandwich della difesa neroazzurra. Per l’arbitro, il contatto questa volta è irregolare. Calcio di rigore. La trasformazione a mezz’altezza, a fil di palo, sulla sinistra del portiere è impeccabile. Il successivo forcing dei locali è sterile. Cosicché il missile terra-aria sparato in rete dal dischetto sigilla Pisa-Lecce sul finale zero a uno.

Per i nostri uno sprint davvero leccezionale costellato di record e soddisfazioni. Sei vittorie consecutive, mai prima d’ora nei campionati tra i cadetti. Undici partite di fila senza sconfitte, di cui le ultime tre senza neanche incassare reti, mai prima d’ora nel campionato in corso. Sempre miglior attacco del torneo con sessantuno marcature realizzate e capocannoniere con ventuno gol. Soprattutto, ancora sul gradino d’argento della classifica a quattro punti dalla terza e sei dalla quarta.

Numeri da strapotere, non c’è che dire. Nel calcio come nella vita, però, “Yes We Can” ci richiama al cuore “I Care”, letteralmente “mi preoccupo”, “mi importa”, “io ci sono, su di me si può contare”. Un’altra espressione proveniente dal fulcro della storia americana di questo secolo, nobilmente rilanciata da Don Milani, il priore di Barbiana, che rappresenta innanzitutto una sorta di rapporto di presenza. Come dire: a ogni buona intenzione, la sua prova finale dei fatti.

Ed allora, caro Lecce nostro, forza, fino in fondo, Yes … Yes We Care!

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2 Comments

  • Posted 8 Aprile 2021 9:18 pm 0Likes
    by Giuliomnc

    Noi ci crediamo!

  • Posted 9 Aprile 2021 10:18 pm 0Likes
    by Lucia77

    Che bello il ricordo di don Milani… non era un giocatore ma uno che si è messo in gioco alla grande.
    Noi “possiamo” le cose alle quali teniamo veramente, insieme alle persone delle quali ci importa sul serio.
    Questo, al di là dei risultati , vuol dire fare un gioco di squadra vincente!

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