VENEZIA-LECCE: DI CHIAVE IN CHIAVE (PLAYOFF)

Di chiavi ne abbiamo, tutti, piene le tasche e le borse. Anche la testa e il cuore. Delle più svariate forme e dei più diversi tipi. Per quante mai dovessimo averne, mai smettiamo di cercarne. A volte si tratta delle stesse chiavi, smarrite, dimenticate o, addirittura, volutamente gettate via. Altre volte, invece, ne cerchiamo di nuove. Giacché sono sempre tante le cose da aprire o da chiudere, da conoscere o da ignorare, da raggiungere o da cui allontanarsi. Il nostro è sempre un cammino di porta in porta e, perciò, di chiave in chiave.

Di sicuro in chiave playoff di serie B, per noi cuori leccesi in riva alla laguna, Venezia-Lecce. Allo stadio “Penzo” per il primo round di semifinale, quello di andata, di fronte la quinta e la quarta forza della stagione regolare. I salentini qualificati direttamente, mentre i veneti giunti dopo aver eliminato ai supplementari del primo turno il Chievo, in gara secca.

In avvio, la chiave di lettura della partita la trova subito il Venezia. Il Lecce, al contrario, sembra non avere in mano neanche quella per uscire dagli spogliatoi. I padroni di casa pressano con grande intensità. In soli cinque minuti sfiorano il gol per ben due volte. La prima, già al primo giro di lancette d’orologio, conclusione defilata, potente ma centrale. La seconda, cross dalla bandierina, deviazione di coscia e palla a lato di un soffio. Col trascorrere dei minuti ci provano sempre con più insistenza. Un paio di conclusioni solitarie non trovano lo specchio della porta, qualcun’altra è sventata dagli interventi prodigiosi del portiere. Viceversa, il primo tempo giallorosso è tutto in un unico, innocuo, colpo di testa intorno alla mezz’ora. All’intervallo si giunge, buon per noi, senza marcature.

A inizio ripresa, bastano due minuti agli arancioneroverdi per scardinare l’ormai estenuata ed estenuante difesa salentina. Sfera scucchiaiata in area, tacco delizioso al volo, a rimorchio per il sinistro di prima intenzione, rasoterra, che si infila dritto per dritto nell’angolino basso. I giallorossi si scuotono dal torpore, comunque senza esser quasi mai pericolosi nella restante parte dell’incontro. Maggior possesso palla e sostanziale controllo del gioco non sono sufficienti a recuperare lo svantaggio.

Venezia-Lecce termina uno a zero per i lagunari. Un’altra, ennesima, batosta per i nostri, in questo difficile finale di stagione. Ancora, però, non è finita. “Siamo in partitadichiara mister Corini nel post match – e dobbiamo soltanto vincere la gara di ritorno”.

Certo, ora come ora, quel “soltanto” lascia un po’ (molto) perplessi. Tuttavia, nel calcio come nella vita, esistono passe-partout legati alle

“stelle che cadono nella notte dei desideri. È una notte come tutte le altre notti. È una notte che profuma di avventura

canta Jovanotti 

ho due chiavi per la stessa porta. Per aprire il coraggio e la paura … Per raggiungere qualcosa di migliore”.

Sì, per raggiungere i propri obiettivi, per realizzare i propri sogni, occorre combattere sempre. Al di là delle porte prese in faccia, con coraggio e fino in fondo. Con tutto il fiato che si ha in corpo e senza lasciarsi prendere dal panico e dalla paura della sconfitta.  

Quindi, Forza Lecce!

“Non ti arrendere mai. Di solito

scrive Paulo Coelho

è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta.”

 

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1 Comment

  • Posted 25 Maggio 2021 1:05 pm 0Likes
    by Linda

    E’ vero, di chiavi se ne hanno sempre tante e puntualmente si perdono. Non ti ricordi mai dove le hai poggiate o in quale tasca di cappotto le hai lasciate oppure, devi ravanare di brutto nella borsa per trovarle e quando le trovi devi provarle tutte prima di trovare quella giusta che apra la porta. Ma alla fine la chiave si trova! E la porta si deve aprire! Se non altro la porta del cuore per accettare le sconfitte!

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