LECCE-CITTADELLA: UNA QUESTIONE DI SANGUE FREDDO

Succede.

La troppa voglia e il vorticoso turbinio di energie che ci spingono verso il raggiungimento di un obiettivo, a volte ci giocano brutti scherzi.

Succede soprattutto quando sappiamo di avere tra le mani – o tra i piedi – l’occasione buona per dare una svolta al nostro percorso. Una strana emotività, sanguigna ed impulsiva, ci pervade, ci cattura, ci toglie la libertà. Come se ci surriscaldasse pensiero ed azione ancor prima di metterci in gioco. “Calma e sangue freddo!”, il classico mantra di tali momenti. Chissà quante volte ce lo siamo detto e ridetto?  

Certamente tante, noi cuori leccesi. Certamente tante, in occasione di Lecce-Cittadella match infrasettimanale del mercoledì, valido per la venticinquesima giornata del campionato di Serie B, sesta del girone di ritorno. Ce lo siamo detto già alla vigilia, visti i risultati delle partite del martedì, giacché con una vittoria il nostro Lecce capolista avrebbe potuto allungare sulle seconde: una questione di sangue freddo!

Tanto più che il Cittadella, ultima squadra ad esser riuscita a portare via l’intera posta dal Via Del Mare lo scorso maggio 2021, a conferma del suo essere un vero e proprio “nightmare” per i giallorossi, dopo neanche trenta secondi di gioco è già in vantaggio. Calcio d’inizio, lungo lancio in avanti degli ospiti. La difesa giallorossa in confusione è beffata. Preciso sinistro granata rasoterra dal limite e palla in rete, in buca d’angolo. Il Lecce reagisce rabbiosamente e subito, al quarto minuto, centra una clamorosa traversa dai venti metri. Sulla respinta non c’è la freddezza di ribadire in porta a portiere battuto.

Poco dopo, altra chance su morbido cross dalla sinistra. Il colpo di testa termina alto. I veneti non si scompongono. All’ottavo pareggiano pure il conto dei legni. Un loro tiro cross, deviato dal portiere leccese, coglie l’incrocio dei pali. Sono trascorsi neanche una decina di minuti, sembra il preludio di un continuo botta e risposta. Invece col passare dei minuti la prima frazione si spegne. Da un lato la frenesia dei salentini, dall’altro l’ordinato e compatto, ma anche falloso e ostruzionistico, controllo dei patavini.

Il secondo tempo comincia all’incirca con la stessa inerzia del primo. Il Cittadella va vicino al raddoppio, mancando l’ultimissimo affondo. Al ventesimo, però, è lo stesso Lecce a concederglielo. La difesa giallorossa è alta. Nel cerchio del centrocampo perde un sanguinoso e bollente pallone. L’attaccante granata s’invola tutto solo verso la porta. Freddo, lui sì, purtroppo per noi, davanti al portiere non perdona. Il tiro di destro, preciso e potente, si insacca a mezz’altezza nell’angolino alla destra del portiere leccese. Altri cinque minuti ed è proprio quest’ultimo, in tuffo, a respingere a mano aperta, la sfera del tris. I giallorossi, sempre spronati dal pubblico, consapevoli che ormai non c’è più molto altro da perdere, provano a riordinare le idee e a lottare comunque fino alla fine. All’ottantacinquesimo sugli sviluppi di un corner, di testa, colgono la seconda traversa della partita. Qualche minuto dopo arriva il gol che sembra riaprirla. Ancora da calcio d’angolo, passaggio smarcante in area e destro in diagonale imparabile. Troppo tardi, però. Nei successivi, soli cinque minuti di recupero, arrivano altre due occasionissime per il pareggio. In particolare quella al novantaquattresimo, una deviazione in maniera scomposta dall’area piccola, terminata a lato. 

Alla fine, succede. Lecce-Cittadella termina sul punteggio di uno a due per la compagine veneta, ormai nostra conclamata bestia nerissima. Una sconfitta che in un sol colpo costa ai nostri vetta della classifica e imbattibilità casalinga. “Bisogna essere sempre molto lucidi – commenta saggiamente il presidente @SaverioSD  anche e soprattutto in serate come questa. Dobbiamo fare in modo che sia tutto di insegnamento, con serenità, con grande equilibrio.” 

Certo, a perdere in casa non eravamo abituati. A caldo c’è il rischio di deprimersi più del dovuto, di avere, in un certo senso, paura. Dimenticando che in fondo, anzi, in cima, si è ancora lì. Dimenticando che nel calcio come nella vita

“la paura ci impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza

o di promozione, nel nostro caso

che ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano. Ecco perché

affermava Arthur Schopenhauer – 

per affrontare pericoli improvvisi, così come per combattere avversari o nemici, le doti più importanti sono il sangue freddo e la presenza di spirito. Il primo consiste nel silenzio della Volontà, affinché l’intelletto possa agire; la seconda nell’attività indisturbata di quest’ultimo, nonostante le pressioni che gli eventi esercitano sulla Volontà.”

E allora, Forza Lecce nostro, devi essere

disposto a sballare solo per crescere

canta Luca Dirisio –

non soccombere! Ci vuole calma e sangue freddo, calma yeah … ci vuole calma e sangue freddo … Uoh yo, yo, Uoh yo, yo-oh.”

 

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